Sensazioni e sintomi
… Non fu tutto rose e fiori. Sensazioni e sintomi nuovi da gestire.
Ho guardato le mie caviglie diventare più gonfie, le mie gambe allargarsi ed i jeans cedere il posto agli abiti pre-maman. Una volta tolto tutto ciò in cui non entrassi più, esclamai di fronte l’armadio vuoto: “ed ora cosa mi metto?” – “metto, metto,mettoooo” fece eco il fondo dell’armadio …
Gli ormoni questi sconosciuti
Ho avuto i nervi a fior di pelle quando ero in fila, sotto il sole delle 18:00 e a me sembrava quello infuocato di mezzogiorno e nessuno aveva il buon cuore di farmi passare avanti . Il fumo dalle orecchie quando incrociavo una segretaria indisponente anche se temo, onestamente, lo fosse solo per me e tentavo di reprimere un istinto omicida. Gli ormoni impazziti, gli aghi durante le analisi…
Ho detto “arrivederci” al mio ingozzarmi senza ritegno e “non mangerò mai più gnocchi in vita mia”. Folle bugiarda, non ho mai resistito alla pasta fatta in casa da mia madre.
Ho detto addio al mio sentirmi donna, alla sensualità, alla sessualità comoda. E perché no? Alla comodità dello stare piacevolmente sul divano o semplicemente dormire a pancia in giù.
Ho pianto di vergogna quando, idealizzando un maschietto, rimasi sorpresa scoprendo che si trattasse di una femminuccia. Ci vollero tre giorni per tornare ad uno stato di normalità e realizzare l’assurdità dei miei pensieri. E poi di nuovo vergogna, per i miei continui sbalzi d’umore: il detestarmi e l’amarmi che si sfidavano, ed io ero solo un terreno di battaglia. Sensazioni di profondo turbamento e sintomi nuovi da decifrare.
Ho pianto di gioia quando, appresa la notizia della gravidanza, io e mio marito ci siamo abbandonati in un abbraccio, fusi in tre, anche se all’epoca non avevamo idea di ciò che sarebbe stato. Più avanti, ho gioito della trepidazione prima delle visite, del cuore in gola quando l’ho sentita scalciare per la prima volta, delle lacrime dolci durante le ecografie. Ho sorriso sentendo il suo cuore battere o vedendola muoversi , potendo realizzare visivamente che ci fosse una vita dentro di me. E di nuovo, più avanti, mi sono commossa mentre cantavo la mia ninna nanna preferita, quella che mia madre inventò per me e mia sorella. Percepivo la piccola muoversi di più, come se, a forza di sentirla, la riconoscesse già.
E ancora una volta ho pianto di gioia quando ho realizzato che mancava poco e che non avessi la minima idea di quanto l’avrei amata.
Ho tremato dalla paura pensando al parto e ho esclamato “ma cosa ho fatto? non sarò mai in grado di sopportare il dolore”.
Gravidanza e Covid
Ho provato paura quando a causa del Covid, nacque l’obbligo del distanziamento e dell’uso delle mascherine, realizzando che avrei affrontato la gravidanza lontana dai miei amori più grandi.
Non avrei trascorso i pomeriggi sul letto a fantasticare con mia madre e mia sorella. Né avrei visto gli occhi di mio padre colmi di emozione. Non avrei fatto disegnare un faccino a mio nipote sulla pancia, al limite, gli avrebbe fatto una rapida carezza, con tanto di mascherina, a soli tre anni.
Non avremmo passeggiato tutti insieme.

In quei mesi si, ho provato dolore. Per la lontananza che avrei voluto colmare e la distanza che avrei voluto evitare.
Per gli affetti ed i baci negati, per il calore di un abbraccio mancato, l’emozione di un sorriso coperto.
Ho provato dolore davanti ad ogni telegiornale per il terrore della perdita, il dilagare della malattia da Covid-19, l’incertezza del futuro. Il dispiacere per mio marito, che ha perso mesi di ecografie e visite, per il senso di impotenza che ha dovuto soffocare, per le lacrime che ha dovuto celare, ed il coraggio che ha dovuto mostrare. Provo dolore ancora oggi, al solo pensiero che nonni e zii non abbiano potuto bearsi di un bacio dato alla nipote, nata da tre mesi e mezzo; nel realizzare che mia figlia non abbia foto con loro senza che indossassero una mascherina.
Sono certa però, che l’amore ricevuto, avesse colmato quello spazio azzurro che vedeva sui loro visi.
Questo è quanto ho provato. Emozioni nuove, amplificate, quasi incomprensibili. Sensazioni forti, prepotenti, quasi ingestibili e mai le avrei immaginate tali.
Mancava solo una cosa da fare…capire dove trovare il coraggio per affrontare il travaglio…
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